Che cos’è il cyberbullismo

Il fenomeno del cyberbullismo viene così definito nella legge “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”entrata in vigore il 18 giugno 2017.

Comprendere il significato di cyberbullismo non è facile perché il continuo evolversi della tecnologia modifica anche questo fenomeno. Il cyberbullismo, ha a che fare con comportamenti aggressivi messi in atto attraverso l’utilizzo dei social media o, più in generale, di dispositivi elettrici ed applicazioni online.

Il cyberbullismo prevede forme di aggressione, molestia e discriminazione virtuale, che vengono compiute attraverso rete internet.

Cyberbullismo cause

Questo tipi di bullismo virtuale ha trovato un facile sviluppo grazie a tutte le nuove forme di comunicazione, come ad esempio i social, i forum, le chat e altri servizi di messaggistica.

Questo fenomeno è in forte crescita, soprattutto tra i giovanissimi. Una ricerca condotta da Save The Children, dice che tre ragazzi su dieci sono attivi con comportamenti violenti in rete, addirittura il 72% degli adolescenti vede questo fenomeno sociale il più pericoloso del momento.

Il numero di queste povere vittime è in continuo aumento e spesso questi ragazzi vengono presi di mira per diversi motivi, come ad esempio il presunto orientamento sessuale, le relazioni sentimentali, l’aspetto fisico e il modo di vestire.

Cyberbullismo:le principali caratteristiche

Il cyberbullismo o bullismo online si caratterizza per

L’intrusività: il cyberbullo lo troverai sempre sulle varie tecnologie utilizzate.
L’anonimato: possibilità di nascondersi dietro nickname. Questa opzione offre ai bulli della rete un’arma in più per portare attacchi alle proprie vittime.
L’ampiezza di portata: una potenza di trasmissione elevatissima, i messaggi sono trasmessi e  ritrasmessi e amplificati oltre la cerchia.
La minimizzazione: quasi tutti gli atti sferrati vengono etichettati come “era solo uno scherzo”.
La diffusione della responsabilità: non è colpa mia, lo facevano tutti, ho solo postato un messaggio, non ho fatto nulla.

Quali sono le differenze tra bullismo e cyberbullismo

Ci sono delle differenze tra il bullismo e cyberbullismo. I bulli sono di solito compagni di classe della povera vittima, il bullismo viene circoscritto a un determinato ambiente, di solito in quello scolastico. I cyberbulli invece sono ragazzi o anche adulti che possono operare da ogni parte del mondo, essendo in rete non c’è limite. Il cyberbullo può agire su un territorio molto vasto essendo in rete e può agire in qualunque momento della giornata.

i bulli sono studenti, compagni di classe, o di istituto, conosciuti dalla vittima.
i cyberbulli possono essere anonimi. Oppure possono fingersi anonimi e sollecitare l’inclusione di altri “amici” anonimi, in modo che la persona spesso non è neanche a conoscenza dell’identità di coloro con i quali sta interagendo.le azioni  bullistiche vengono generalmente raccontate ad altri studenti della scuola in cui sono avvenuti i fatti ma, comunque, restano di fatto abbastanza circoscritte.
il materiale cyberbullistico può essere diffuso in tutto il mondo.

Cosa si rischia con il cyberbullismo

La legge prevede che il minore vittima di fenomeno (se ha più di 14 anni, altrimenti i genitori per suo conto), può chiedere al gestore del sito  del social di oscurare, rimuovere o bloccare addirittura i contenuti diffusi in rete.

Se non si provvede entro 48 ore, la vittima può rivolgersi al Garante della Privacy che interverrà direttamente entro le successive 48 ore.

E’ anche possibile perseguire la via del ricorso all’autorità per una tutela penale, sul web è differente a seconda delle condotte, le pene sono varie e vanno da 6 mesi a 5 anni per un maggiorenne e 6 mesi per un minorenne, oppure viene applicata un’ammenda di 516 euro.

Come difendersi dal cyberbullismo

Non rispondere ai messaggi provocatori
Bloccare utenti indesiderati
Fare una copia dei messaggi ricevuti da utilizzare per una successiva denuncia
Fare segnalazione del contenuto dell’autore alla piattaforma, così che possano intervenire cancellando o bloccando l’utente.
Per i contenuti persecutori sulla rete, possiamo chiedere a Google di rimuoverli dal motore di ricerca, stessa richiesta al gestore del sito e al suo hosting provider.